Vedere l'uomo

Publié le par R.T.

Vedere l'uomo

"Molti si ritrovano con un rapporto di coppia andato in frantumi e senza lavoro, con la prospettiva del nulla, perché quarantenni o cinquantenni a lavorare non li prende più nessuno; con una solitudine che uccide, senza poter pagare un affitto e senza nessuno che li accolga…"

Merita attenzione questa analisi dello storico e teologo Felice Accrocca presa dal periodico Sfsanfrancesco del 2 febbraio 2015.

La guerra non fa pianger tutti, perché se dalla guerra quasi tutti escono distrutti, nel corpo e nell’anima, pochissimi altri (che detengono però le leve del potere) se ne avvantaggiano enormemente, lucrando sulle disgrazie altrui (ed è questa la ragione principale per cui le guerre rispuntano sempre).

Così pure è della crisi che da anni funesta soprattutto i paesi ricchi del pianeta: la gran parte della gente fatica a campare, mentre pochi super ricchi accrescono le loro ricchezze.

Questa crisi ha prodotto povertà differenziate e disagio sociale e affiancandosi all’altra, precedente ad essa, cioè alla crisi dei valori, ha fatto da detonatore a tante cariche di esplosivo piazzate da tempo.


Molti si ritrovano con un rapporto di coppia andato in frantumi e senza lavoro, con la prospettiva del nulla, perché quarantenni o cinquantenni a lavorare non li prende più nessuno; con una solitudine che uccide, senza poter pagare un affitto e senza nessuno che li accolga, con i figli che possono anche voltargli le spalle perché non sono più in grado di garantir loro una vita agiata e perciò preferiscono i ragazzi l’altra persona che in casa ha preso il loro posto.

In questa situazione disperata la depressione è lo sbocco naturale e l’alcol la via più facile per dimenticare.

È così che molti sono finiti sulla strada uomini nella stragrande maggioranza, ma anche donne, dormendo sui cartoni ai margini delle stazioni, negli androni incustoditi, lì dove è possibile trovare un riparo, anche minimo per difendersi dalla notte.

Anni fa ne incontravo uno a Roma, di fronte a Palazzo Venezia, che si riparava dentro l’incavo della porta di una banca: era lì quando io, ancora sul presto, mi recavo in università il sabato mattina.

Quale contraddizione! L’estrema povertà, materiale e umana, che cercava riparo nel covo dove la ricchezza — con tutto quel che la ricchezza porta con sé — aveva albergo...

Il fatto è che l’umanità nostra fatica a vedere uomini o cose con gli occhi di Cristo, a prendere sul serio il Vangelo e a fare di esso la chiave interpretativa dell’esistenza.

Perché Gesù l’ha detto a chiare note che i poveri sono i suoi vicari nel mondo, che lui si nasconde sotto le loro spoglie e che passare davanti a loro senza degnarli neppure di uno sguardo è passare vicino a Cristo senza riconoscerlo.

Publié dans Società

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