La risposta sta soffiando nel vento

Publié le par Riccardo Tonna

Blowin' in the wind, la canzone che ha fatto sognare la mia generazione, ha già compiuto cinquant’anni.

Bob Dylan, al secolo Robert Allen Zimmerman, non ha bisogno di presentazioni: è cantautore, poeta, compositore, scrittore, pittore, attore e anche vincitore del prestigiosissimo premio Pulitzer 2008. I suoi testi sono grandi composizioni dense di riflessioni che si ispirano ad autori di prestigio come Thomas S. Eliot, Allen Ginsberg e Walt Whitman e numerosi sono anche i riferimenti al libro della Bibbia. Si può definire una delle personalità, in campo musicale, più rappresentative del Novecento, infatti ha avuto delle canzoni di grande portata, di impegno civile e sociale denunciando con coraggio la guerra, la bomba atomica e la distruzione ambientale. Blowin' in the Wind, uscita nel 1962, ha fatto storia ed è da subito diventata il manifesto del pacifismo internazionale. Tre semplici strofe bastano a Bob Dylan per esprimere sublimi riflessioni e interrogarsi su tematiche sociali ed esistenziali. Nel 1962, Dylan disse a commento della canzone "Dico ancora che alcuni dei più grandi criminali sono quelli che si voltano dall'altra parte quando vedono l'ingiustizia, rendendosene conto. Ho solo 21 anni e so che ci sono state troppe guerre. Voi gente sopra i 21 anni dovreste saperlo meglio di me.". Tutto ciò che preferisce aggiungere come commento adesso è: "Il primo modo per rispondere alle domande di questa canzone è iniziare a porsele. Ma molta gente deve prima trovare il vento" Blowin' in te Wind è un anelito ad un mondo diverso, un desiderio che ha pervaso il cuore di molti giovani che hanno lottato per questi ideali.

“Quante strade deve percorrere un uomo/ prima che lo si possa chiamare uomo? Sì, e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba /prima che possa riposare nella sabbia? Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volare / prima che siano per sempre bandite?”

Un testo che pone domande dirette e provoca amare e tristi considerazioni.

“Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto / prima che riesca a vedere il cielo? Sì, e quante orecchie deve avere un uomo / prima che possa sentire la gente piangere? Sì, e quante morti ci vorranno perché egli sappia /che troppe persone sono morte?”

L’uomo finge di non vedere, ma si rende conto di questo male che può distruggere il creato e la stesa umanità.

“Quanti anni può esistere una montagna / prima di essere spazzata fino al mare? Sì, e quanti anni la gente deve vivere / prima che possa essere finalmente libera? Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa / fingendo di non vedere?”

Dylan con il suggestivo ritornello ripete:

La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento. La risposta sta soffiando nel vento

Publié dans Società

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